Maria, la prima scolta

STRADA

SERVIRE

VIGILARE

COMUNITA’

PARTENZA

Ogni scolta che si sta creando la via per divenire Donna di Carattere, racchiude, nel suo modo di essere, queste 5 parole elencate sopra.

Cosa avrà in comune Maria, con ogni scolta del Mondo?

Donna del Cammino

STRADA

Se i personaggi del Vangelo avessero avuto una specie di contachilometri incorporato, la classifica dei più infaticabili camminatori l’avrebbe vinta Maria. Gesù a parte, naturalmente. Ma si sa, egli si era identificato a tal punto con la strada, che un giorno ai discepoli confidò addirittura: «Io sono la via». La via. Non un viandante! Siccome allora Gesù è fuori concorso, a capeggiare la graduatoria è lei: Maria! La troviamo sempre in cammino, da un punto all’ altro della Palestina, ma anche all’estero. Viaggio di andata e ritorno da Nazaret verso i monti di Giuda, Viaggio fino a Betlem. Di qui, a Gerusalemme per la presentazione al tempio. Espatrio clandestino in Egitto. Ritorno guardingo in Giudea, e poi di nuovo a Nazaret. Pellegrinaggio verso Gerusalemme. Insomma…  Icona del «cammina cammina», la troviamo seduta solo al banchetto del primo miracolo. Seduta, ma non ferma. Non sa rimanersene quieta. Non corre col corpo, ma precorre con l’anima.

Donna del Servizio

SERVIRE

Serva. Può sembrare irriverente attribuire un appellativo così povero alla Regina degli Angeli e dei Santi. A dire il vero, anche oggi, invece che parlare di serva o persona di servizio, il vocabolario, ci consiglia che è meglio usare domestica o cameriera, lavorante alla pari o, addirittura, colf, che poi non è altro che una sigla furbesca ricavata dalle iniziali di collaboratrice familiare. Eppure, quell’appellativo, Maria se 1’è scelto da sola. Per ben due volte, infatti, nel Vangelo di Luca, lei si autodefinisce serva. La prima volta, quando, rispondendo all’ angelo, gli offre il suo biglietto di visita: «Eccomi, sono la serva del Signore». La seconda, quando nel Magnificat afferma che Dio «ha guardato l’umiltà della sua serva».

Donna del Silenzio

VIGILARE

Tra i tanti appellativi mariani ce n’è uno di straordinaria suggestione: Maria, cattedrale del silenzio. Certo, oggi è difficile sperimentare il silenzio nelle cattedrali delle metropoli. Però chi vi entra condotto dalla voglia di pregare, troverà sempre l’angolo giusto. Gli basterà sollevare lo sguardo al di sopra del pavimento, e il silenzio lo troverà nascosto lassù, nelle penombre delle arcate e tra gli incroci dei costoloni. Anzi, ancora più su. Maria è appunto come una cattedrale che custodisce il silenzio non lo rompe neppure quando parla, è una donna di poche parole. Nel Vangelo parla appena quattro volte. All’annuncio dell’ angelo. Quando intona il Magnificat. Quando ritrova Gesù nel tempio. E a Cana di Galilea.

Donna dell’Accoglienza

COMUNITA’

Un testo del Concilio dice che Maria Vergine «accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio». Nel cuore e nel corpo. Accolse nel cuore. Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questo ridotta al silenzio. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore, ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio. Accolse nel corpo. Sentì, cioè, il peso fisico di un altro essere che prendeva dimora nel suo grembo di madre. Modificò le sue abitudini, in funzione di un compito che non le alleggeriva certo la vita. Consacrò i suoi giorni alla cura di una creatura che non le avrebbe risparmiato preoccupazioni.

Donna di Coraggio

PARTENZA

Sarà stato effetto di quel «non temere» pronunciato dall’ angelo dell’annunciazione. Certo è che, da quel momento, Maria ha affrontato la vita con una incredibile forza d’animo. È chiaro: ha avuto a che fare anche lei con la paura. Paura di non essere capita. Paura per la cattiveria degli uomini. Paura di non farcela. Paura per la salute di Giuseppe. Paura per la sorte di Gesù. Paura di rimanere sola…Come ogni donna di oggi che ha paura del domani. Paura che possa finire all’improvviso un amore coltivato tanti anni. Paura per il figlio che non trova lavoro e ha già superato la trentina. Paura per la sorte della più piccola di casa che si ritira sempre dopo mezzanotte, anche d’inverno, e non le si può dire niente perché risponde male. Paura per la salute che declina. Paura della vecchiaia. Paura della notte. Paura della morte… Madonna della paura, dunque. Ma non della rassegnazione. Avere paura non sempre è una cosa negativa. Avere paura è anche saperla affrontare e vivere la vita con grinta, gioia, e amore. Come Maria

PROPOSTE PER IL LANCIO ATTIVITA’: Gioco sulle parole chiave